COMUNI RICICLONI 2014

Comunicato stampa | Legambiente Veneto

Rovigo, 9 luglio 2014

COMUNI RICICLONI 2014
PONTE NELLE ALPI (BL) ANCORA IN VETTA

VENETO REGIONE CON IL PIU’ ALTO NUMERO DI COMUNI VIRTUOSI

Legambiente: “Proponiamo nuova soglia RD rifiuti urbani al 75%. Non è un’utopia”

“Prossime priorità, aumentare la quota di recupero di materia e ridurre la produzione di rifiuti, e affrontare il problema dei rifiuti di origine industriale”

Sono stati premiati oggi a Roma i Comuni Ricicloni 2014 e, anche quest’anno, è il Nord Italia ad aggiudicarsi il podio per la gestione dei rifiuti: Ponte nelle Alpi, in provincia di Belluno, per la quinta volta è al primo posto della classifica di Legambiente. Ben 1328 comuni vincono l’appellativo di ricicloni 2014 per aver superato il 65% di raccolta differenziata nel 2013, con una netta prevalenza di amministrazioni del Nord-Est.
Il Veneto è campione incontrastato, con 389 Comuni Ricicloni su 581. Ben il 67% delle amministrazioni locali venete si dimostra virtuoso con un incremento di quasi due punti percentuali rispetto allo scorso anno.

Comuni ricicloni 2014 di Legambiente ha voluto premiare i comuni che avessero raggiunto nel 2013 la quota di almeno il 65% di raccolta differenziata. La valutazione dei Comuni è avvenuta attraverso un Indice di Buona Gestione che ha considerato l’azione a tutto campo nel governo complessivo del settore rifiuti: produzione, riduzione, riciclo.

Ma il Veneto non primeggia solo per i comuni che effettuano oltre il 65% di raccolta differenziata: notevole è anche la presenza di comuni veneti nella classifica dei “Comuni Rifiuti Free”, quei territori, cioè, che producono meno di 75 kg l’anno di rifiuto indifferenziato. Tra i comuni con più di ventimila abitanti, sei su nove sono veneti (Castelfranco, Montebelluna, Vittorio Veneto, Paese, Feltre).
Tra le prime cento posizioni della graduatoria generale, ben 56 comuni sono veneti, di cui 46 trevigiani, la maggior parte appartenenti ai consorzi Priula e TV3.

“Questi risultati – sostiene Gigi Lazzaro, Presidente Legambiente Veneto – devono incoraggiare a proseguire sulla strada che porta a rottamare lo smaltimento in discarica, a fermare qualsiasi ipotesi di nuovi impianti di incenerimento ed anzi a chiudere le linee obsolete, come accaduto nel caso di Fusina, a Venezia. Moltiplicare gli impianti di recupero di materia, incentivare riuso e riutilizzo oltre che ridurre drasticamente la quota di rifiuti prodotti, sia urbani che di origine industriale, devono essere le prossime urgenti priorità. Non dimentichiamoci – continua Lazzaro – che oltre i rifiuti urbani vi sono quelli industriali, e per una credibile e coordinata strategia di transizione verso rifiuti zero è indispensabile prendere in considerazione il problema rifiuti nella sua interezza e guardando con maggiore attenzione a quei 14,7 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, pericolosi e non (fonte Arpav, osservatorio regionale rifiuti), che rappresentano oltre l’85% dei rifiuti totali prodotti in questa regione”.

I vincitori assoluti in Veneto sono Carbonera (TV) per i Comuni sopra i 10.000 abitanti (85,7% di raccolta differenziata – 75,66 Indice di Buona Gestione), Ponte nelle Alpi (BL) per i comuni sotto i 10.000 abitanti (89% di raccolta differenziata – 80,49 Indice di Buona Gestione) e Belluno per la categoria dei Comuni capoluogo, essendo l’unico capoluogo veneto ed uno dei pochi in Italia a raggiungere il 70,6% di raccolta differenziata, con un Indice di buona gestione pari a 62,33.

“Viste le ottime prestazioni del Veneto – rilancia Lazzaro – e la dimostrazione che “si può fare” e che i cittadini rispondono positivamente, vogliamo proporre una nuova sfida alla Regione, ai Consorzi, ai Comuni: poniamoci quale nuovo obiettivo il raggiungimento del 75% di raccolta differenziata dei rifiuti urbani entro il 2018. Questo obiettivo è coerente con il percorso ed i successi operativi già consolidati in alcuni Ambiti veneti. Si tratta di un obiettivo gestionale ambizioso ma assolutamente raggiungibile”.
A ciò, secondo l’Associazione Ambientalista, va affiancato l’obiettivo della riduzione complessiva dei rifiuti urbani prodotti pari ad almeno il 10% rispetto ai quantitativi prodotti nel 2010 (sempre entro il 2018) e la necessità di aumentare la percentuale di recupero di materia che oggi si attesta su di un misero 2%.
Inoltre come detto, devono partire serie politiche per la riduzione della produzione di rifiuti industriali.

“Anche in virtù degli ottimi risultati raggiunti in Veneto – aggiunge Lazzaro – torniamo a chiedere l’istituzione della tariffazione puntuale che, oltre a rappresentare un criterio imprescindibile per raggiungere determinate soglie di raccolta differenziata, garantisce l’applicazione di una Tariffa più equa, poiché basata sull’effettiva produzione e sulla disincentivazione del conferimento di rifiuto non differenziato. Il principio per Legambiente, deve essere “chi inquina paga”. Il modello c’è, è veneto e si chiama Contarina SpA, braccio operativo dei consorzi Priula e TV3”.

Esperienze consortili: uno dei pilastri della Green economy
Ad eccezione di Ponte nelle Alpi, nelle prime 100 posizioni, molti sono i comuni che fanno parte di un consorzio. E, nella classifica speciale composta da 30 consorzi, 11 sono veneti.
Consorzio intercomunale Priula, Consorzio Azienda Intercomunale TV3 e CIT – Consorzio per i Servizi di Igiene del Territorio, tutti trevigiani, conquistano, rispettivamente, il primo, secondo e quarto posto.
Il proliferare dei consorzi è la prova che fare sistema nel proprio territorio – ricorda Lazzaro – ha ricadute importanti sull’economia locale e nazionale, alimentando il commercio e il mercato dei materiali di cui si avvalgono migliaia di imprese che riutilizzano la materia prima. Inoltre, i comuni ricicloni, sottraendo quasi 7 milioni di tonnellate di rifiuti alla discarica, contribuiscono al contenimento di circa 3 milioni di tonnellate di CO2. Se si fosse reso necessario sostituire le materie riciclate con sostanze nuove e vergini da estrarre, fondere, raffinare per produrne di nuove, avremmo dovuto bruciare altri combustibili fossili. Anche questa è Green economy”.

Le grandi città.
Ancora latitanti dalla classifica le grandi città, in cui si concentrano oltre 7 milioni di abitanti: unica eccezione Milano che il 30 giugno ha completato l’estensione a tutto il territorio della raccolta differenziata porta a porta di tutte le frazioni. Grazie alle politiche di gestione dei rifiuti e incentivazione della raccolta differenziata, questa città sta superando l’obiettivo del 50%, esempio per gli altri capoluoghi italiani ed europei.
Non entrano nemmeno in classifica i capoluoghi veneti, con l’eccezione di Belluno che, con il suo 70,6% di raccolta differenziata spicca tra le corregionali. Seconda è Vicenza, con il 61%, terza Rovigo a 58,3%. Seguono Treviso (53,3%), Padova (46,5%), Verona (44,8%). Fanalino di coda Venezia, che pur migliorando i propri indici e percentuali, con il 41,9% del 2013 è ancora lontana dagli obiettivi minimi.

“Servono politiche che incentivino la raccolta differenziata porta a porta nelle città venete perché queste ospitano oltre il 20% della popolazione regionale – afferma Lazzaro. Se Milano è riuscita ad estendere il porta a porta all’intero territorio cittadino, perché non dovrebbero farcela Rovigo, Venezia, Padova o Verona?”.

Cosa succede nelle diverse regioni?
Sono poche le regioni che possono vantare comuni in tutte le graduatorie (capoluoghi, sopra e sotto i 10mila abitanti) e tra queste non può certo mancare il Veneto, regione che negli ultimi anni è stata testimone di un crescendo che non si è ancora arrestato. L’accompagnano le altre regioni del triveneto: Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige. Con loro Piemonte, Campania e Puglia.
Tra i capoluoghi Belluno, Pordenone, Novara e Salerno si riconfermano delle eccellenze.
Tra i nuovi anche il comune di Trento. Il Piemonte mantiene il primato di unica regione ad avere due capoluoghi ricicloni: insieme a Novara c’è anche Verbania.
Spulciando tra le prime 100 posizioni della graduatoria generale, troviamo 56 comuni veneti di cui 46 trevigiani, la maggior parte appartenenti ai consorzi gestiti da Contarina (Priula e TV3), 29 comuni trentini tutti in provincia di Trento, gestiti da Fiemme Servizi, e Amnu e, 8 in Friuli Venezia Giulia gestiti da A&T 2000 e dalla Comunità Montana della Carnia. I rimanenti 7 sono: 2 in Campania e 1 per Lazio, Lombardia, Toscana, Piemonte e Marche. Sempre tra i primi 100 troviamo 9 comuni oltre i 10mila abitanti (Castelfranco Veneto con quasi 34mila), tutti veneti e trevigiani ad eccezione di Vigodarzere che è in provincia di Padova.
Difficile trovare comuni che facciano da sè e che arrivino a risultati eccellenti, la forza rimane quella dell’unione nei consorzi. Ovviamente c’è sempre l’eccezione che conferma la regola e si chiama Ponte nelle Alpi che, gestendo in autonomia i rifiuti dei cittadini (e dei turisti – siamo nel territorio delle Dolomiti) raggiunge l’indice di gestione più alto.

Il dossier completo “Comuni Ricicloni 2014” è disponibile sul sito www.ricicloni.it

Nota: ** L’indice di buona gestione è un “voto” alla gestione dei rifiuti urbani nei suoi molteplici aspetti: recupero di materia, riduzione del quantitativo di rifiuti prodotti, sicurezza dello smaltimento, efficacia del servizio. Per migliorare il proprio indice di buona gestione un Comune deve quindi porre attenzione non solo all’incremento della percentuale di raccolta differenziata, ma anche alla diminuzione della produzione pro capite totale di rifiuti, all’incremento della raccolta differenziata dei RUP (Rifiuti Urbani Pericolosi), alla promozione del compostaggio domestico.