SAN PIETRO MARTIRE (SAN GIORGETTO DEI DOMINICANI)

SAN PIETRO MARTIRE
(San Giorgetto dei Dominicani)

All’interno del progetto Salvalarte, Legambiente Volontariato Verona gestisce la chiesa di S. Pietro Martire, più nota come S.Giorgetto, permettendone l’accesso gratuito, organizzando varie iniziative per farla conoscere maggiormente, curando spiegazioni del monumento in varie lingue e raccogliendo eventuali offerte libere destinate al restauro degli affreschi.

Storia di San Giorgetto

Luogo di culto storicamente destinato ai cavalieri teutonici fu edificato con ogni probabilità attorno il 1320 come luogo di culto destinato ai domenicani. La piccola chiesa dopo alcune decine di anni venne concessa alla compagnia teutonica dei cavalieri brandeburghesi, con la funzione di cappella dedicata al culto di san Giorgio. I cavalieri erano stati inviati attorno alla metà del ‘300 a Verona in aiuto a Cangrande II; dopo la vittoria sul nemico i cavalieri vennero acquartierati nel palazzo scaligero dell’Aquila di fronte alla chiesa di San Giorgetto. Fu proprio grazie a questa vittoria che venne concesso loro il piccolo oratorio per il quale la compagnia teutonica commissionò una serie di pitture murali al suo interno.

Da subito la chiesa divenne punto di riferimento per i cavalieri, purtroppo però sono assai poche le notizie del periodo storico che inizia con la morte di Cangrande II, ma sappiamo con certezza che la chiesa fu occupata fino alla fuga della famiglia signorile da Verona da altre compagnie di cavalieri, ciò ci è possibile dedurlo dalla presenza del secondo ciclo di affreschi comprendenti soldati con nuove e diverse armature. Successivamente fu un punto importante di ritrovo per la fiorente e ricca borghesia veronese.

Nel maggio del 1424 avvenne ufficialmente la cessione dell’ edificio di San Giorgetto alla compagnia di San Pietro Martire, di cui tuttora conserva il nome; purtroppo verso l’ inizio del 1800 i frati domenicani vennero formalmente e definitivamente allontanati dalla loro antica sede.

Sappiamo con certezza che dopo questo avvenimento la chiesa fu usata dai soldati di Napoleone Bonaparte come stalla per i cavalli e poi abbandonata per alcuni decenni.

Infine venne riutilizzata come chiesa ma anche come scuola apportandovi delle modifiche, una delle quali comprenderà la completa copertura di tutti gli affreschi, è per questo che oggi le pareti della chiesa ci sono giunte coperte completamente da piccoli buchi.

Solo negli ultimi anni sono stati scoperti e riportati alla luce i vari affreschi che si trovavano sotto al secondo strato di intonaco.

LA CACCIA ALL’UNICORNO di Giovanni Maria Falconetto

La Caccia all’unicorno di Giovanni Maria Falconetto fu dipinta a Verona durante l’occupazione delle truppe imperiali (1509-1517) su commissione di due nobili tedeschi, consiglieri dell’imperatore Massimiliano. I motivi dell’affresco che, a prima vista, sembrano essere mescolati senza alcun ordine, sono in maggioranza simboli della Madonna o motivi del Medioevo nordico. Probabilmente Falconetto riceve ordini esatti sulla composizione dei motivi. È possibile che abbia avuto un disegno o dipinto come bozza, infatti si  possono trovare somiglianze fra la Caccia ed un arazzo svizzero, che fu forse il modello per l’opera di Falconetto. Il tema della “caccia all’unicorno” è piuttosto raro in Italia, dove è presente solo in due opere: l’affresco del Falconetto a Verona

Gli affreschi minori

Lungo il perimetro della chiesa sono presenti numerosi affreschi minori raffiguranti santi e cavalieri, opera di artisti veronesi sconosciuti.