Goletta dei laghi 2016

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Goletta dei Laghi 2016

2016

Si conclude con la presentazione dei risultati dei monitoraggi sul lago di Garda per la sponda veronese, il tour sui laghi del nord della Goletta dei Laghi, la campagna nazionale di Legambiente per la tutela dei bacini lacustri italiani – in collaborazione con il COOU (Consorzio Obbligatorio Oli Usati) e Novamont. L’esito è ancora una volta negativo, perché oltre la metà dei punti è inquinato da batteri fecali. Rispetto al 2015 la situazione è quasi del tutto immutata, tranne l’anomalia positiva riscontrata a Bardolino alla foce del torrente Severo, il cui campione prelevato è risultato entro i limiti di legge nel corso di quest’ultimo anno.

I parametri indagati dal laboratorio mobile della Goletta dei Laghi riguardano la ricerca di batteri di origine fecale secondo le procedure indicate dal Dlgs 30 maggio 2008 n° 116, la cui presenza rappresenta un indicatore di scarichi civili non depurati. I giudizi “inquinato” o “fortemente inquinato” vengono assegnati sulla base dei valori riscontrati rispetto a quelli di riferimento stabiliti dalla normativa vigente; il campionamento puntuale effettuato dall’associazione non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, né pretende di assegnare patenti di balneabilità, ma restituisce comunque un’istantanea utile per individuare i problemi e ragionare sulle soluzioni. Nelle analisi della Goletta dei Laghi vengono prese in esame le foci dei fiumi, torrenti, gli scarichi e i piccoli canali che si trovano lungo le rive dei laghi, punti spesso segnalati dai cittadini attraverso il servizio SOS Goletta*.

“L’Obiettivo della Goletta dei Laghi – spiega Simone Nuglio, responsabile Goletta dei Laghi di Legambiente – non è solo denunciare situazioni critiche per la qualità dell’acqua, ma anche stimolare un dialogo tra le diverse amministrazioni e le autorità di controllo in un’ottica di sistema. Il lago rappresenta già di per sé uno straordinario tavolo di confronto, che supera le mere competenze locali. La balneabilità delle acque e la gestione del territorio in nome della tutela degli ecosistemi lacustri e della biodiversità, devono essere considerati strumenti importanti per promuovere un turismo sostenibile, tanto da essere una spinta per il rilancio economico dell’intero territorio”.

Il dettaglio dei monitoraggi sulla sponda veneta del Garda

Sono sempre pessime le condizioni a Lazise (foce torrente Marra), Garda (foce del torrente Gusa), Bardolino (località Punta Cornicello, foce torrente San Severo) e Castelnuovo del Garda (Foce Rio Dugale dei Ronchi) che registrano un giudizio di “fortemente inquinato”. In quest’ultimo punto continuiamo a rilevare l’annoso problema della presenza di bagnanti nonostante appositi cartelli indichino il divieto di balneazione “entro i 50 metri dalla foce”. Si registra un peggioramento per il campione prelevato a Peschiera del Garda (Foce torrente Rio Sermana), che passa da “entro i limiti” del 2015 a “fortemente inquinato”. Rientrano, invece, nei limiti di legge Torri del Benaco (presso l’impianto di sollevamento) e la località Piaghen nel comune di Pai.

“La Goletta ancora una volta ci restituisce un quadro critico – commenta Chiara Martinelli, presidente del circolo Legambiente di Verona – È assolutamente necessario che dall’analisi della situazione si passi ai fatti. È impensabile che un territorio la cui economia si fonda naturalmente sul turismo, non riesca a superare un deficit così sensibile di depurazione. La qualità delle acque del Benaco deve tornare in cima all’agenda politica dell’intero sistema amministrativo lacuale”.

Anche quest’anno il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati è main partner della campagna estiva di Legambiente. Attivo da 32 anni, il COOU garantisce la raccolta degli oli lubrificanti usati su tutto il territorio nazionale. L’olio usato -­‐ che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli -­‐ è un rifiuto pericoloso per la salute e per l’ambiente che deve essere smaltito correttamente: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in acqua inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche. Ma l’olio usato è anche un’importante risorsa perché può essere rigenerato tornando a nuova vita in un’ottica di economia circolare: il 90% dell’olio raccolto viene classificato come idoneo alla rigenerazione per la produzione di nuove basi lubrificanti, un dato che fa dell’Italia il Paese leader in Europa. “La difesa dell’ambiente, in particolare del mare e dei laghi -­‐ spiega il presidente del COOU, Paolo Tomasi -­‐ rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione. L’operato del Consorzio con la sua filiera non evita solo una potenziale dispersione nell’ambiente di un rifiuto pericoloso, ma lo trasforma in una preziosa risorsa per l’economia del Paese”.

Potete trovare più informazione sul comunicato stampa.