Mal’aria 2016/2017

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Campagna Mal’aria: Pessima la qualità dell’aria in Provincia di Verona

Nel 2016 la provincia di Verona si aggiudica un diciannovesimo posto nella classifica delle città italiane con la peggiore qualità dell’aria della campagna di Legambiente “PM10 Ti tengo d’occhio”, con le 52 giornate di sforamento della centralina di San Bonifacio, a fronte delle 35 consentite per legge. La situazione risulta essere drammatica anche nel corso di questo inizio d’anno con il mese di gennaio che supera già le 16 giornate nella stessa centralina di San Bonifacio e che raggiunge picchi di concetrazione di polveri sottili pari a 176 µg/m3 misurati dalla centralina di Legnago.

La situazione peggiore del nostro territorio pare essere nella Provincia di Verona, secondo i dati ufficiali di ARPAV, che comunque non risulta essere rassicurante neanche in città. Le centraline di B.go Milano e di Giarol Grande segnalano le 11 giornate di sforamento durante i primi giorni di febbraio con picchi di 134 µg/m rilevati presso la centralina di B.go Milano il 31 gennaio.

Legambiente ha integrato ai dati ufficiali forniti da ARPAV, un monitoraggio eseguito con una centralina di monitoraggio delle polveri sottili in dotazione all’associazione, nel Comune di San Giovanni Lupatoto, presso le scuole ….per rilevare la qualità dell’aria in un’area interessata da pesante traffico veicolare, che manca di un monitoraggio da parte degli enti preposti.

Le rilevazioni della centralina, avvenute tra il 18/12/16 e il 24/12/2016 per quello che riguarda le pm10 e tra l’11/1/2017 e il 17/1/2017 per quello che riguarda le pm2,5 hanno confermato l’allarme generalizzato che riguarda il Veneto e Verona, con picchi di pm10 ben al di sopra la soglia consentita.

Ma a preoccupare sono soprattutto le misurazioni delle pericolose pm 2,5 particolato fine con diametro inferiore a un quarto di centesimo di millimetro in grado di penetrare profondamente nei polmoni. Tali polveri, consentite in misura di 25 microgrammi per metro cubo d’aria, vengono misurate con concentrazioni che superano in alcune giornate i 50 microgrammi.

Ma la situazione è critica in tutta l’area padana, in particolare in Veneto, esclusa la città di Belluno, quasi il 50% del totale dei giorni di sforamento consentiti dalla legge, sono già stati “bruciati” dalle più importanti aree urbane.

La colpa non si può imputare al clima e alle condizioni metereologiche, che non fanno altro che mettere in evidenza la mancanza di misure adeguate a risolvere il problema. Di fronte all’emergenza infatti troppo spesso vengono improvvisate cure inadeguate e scarsamente efficaci. Le misure d’emergenza dovrebbero anticipare o affiancare misure strutturali e permanenti, anche radicali e impopolari, non sostituirle.

Situazione preoccupante se si pensa anche ai rilevanti impatti sulla salute : ogni anno stando alle ultime stime dell’Agenzia Europea per l’Ambiente pubblicate lo scorso novembre, l’inquinamento dell’aria causa oltre 467 mila morti solo in Europa e i costi sanitari sono quantificabili tra i 400 e i 900 miliardi di euro all’anno. Insomma, di smog ci si ammala e si muore ma chi deve governare le decisioni, ancora fatica a prenderne atto.

Legambiente  propone misure anti  smog a livello nazionale, che sono state presentate anche al Ministro Galletti e che verranno discusse nei prossimi giorni con gli assessori regionali all’ambiente delle regioni maggiormente colpite, in particolare quelle dell’area padana .

Un vero cambiamento della situazione può arrivare dalla concertazione di misure preventive che siano applicate dai comuni e dalle regioni e che devono partire da una diversa pianificazione della aree urbane. Legambiente ribadisce quindi la necessità di applicazione di 10 misure per combattere lo smog, promosse a livello nazionale:

  1. Ridisegnare strade, piazze e spazi pubblici delle città per favorire sicuri spostamenti a piedi e in bicicletta. 
  2. Aumentare il verde urbano. 
  3. Muoversi ad emissioni (quasi) zero.
  4. Priorità alla mobilità pubblica.
  5. Fuori i diesel e i veicoli più inquinanti dalle città.
  6. Road pricing e ticket pricing.
  7. Riqualificazione degli edifici pubblici e privati, per ridurre i consumi energetici e le emissioni inquinanti. 
  8. Riscaldarsi senza inquinare. 
  9. Rafforzare i controlli su emissioni auto, caldaie, certificazione energetica degli edifici.
  10. Intervenire anche sulle altre fonti di inquinamento.

Il rapporto completo può essere trovato cliccando qui:

    · Come ridurre lo smog cambiando la città italiane in 10 mosse.